La nostra epoca è caratterizzata da una grave crisi economica, un’epoca di nichilismo e gravi difficoltà nel cui ambito assume un valore sempre crescente la cosiddetta “Legge salva suicidi”.
Non morire per i debiti. La normativa vigente
La Legge 3 del 2012, conosciuta come “Legge salva suicidi”, è stata pensata dal legislatore per rispondere a situazioni di criticità estrema ed impedire che un soggetto, sopraffatto dai debiti, non trovasse altra soluzione se non quella di togliersi la vita. La Legge in questione è stata approvata nel 2012, sotto il Governo Monti, ma è entrata in vigore solo nel febbraio del 2014. Si rivolge essenzialmente ai privati e alle piccole aziende non fallibili, ossia a tutti coloro che, in caso di insolvenza grave, non possono accedere alle procedure concorsuali.
Come funziona?
In pratica, chi è in una situazione di grave sovraindebitamento con banche, finanziarie o fornitori, può uscire da questa intricata situazione mediante la creazione di un planning da sottoporre ai creditori con l’ausilio di figure professionali o enti preposti. Il piano di rientro dovrà essere redatto, ovviamente, sulla reale capacità di solvenza del debitore.
Destinatari
La legge 3 del 2012 è destinata ad alcune categorie di soggetti che, come anticipato, in caso di crisi non possono fallire o accedere a procedure concorsuali e fallimentari. Possono usufruire della “Legge salva suicidi” i professionisti, i piccoli imprenditori che dimostrano di aver avuto un fatturato inferiore a 200mila euro negli ultimi tre anni e poi, ancora, Imprenditori agricoli, enti no profit e consumatori. Per questi particolari soggetti, il legislatore, ha previsto una tutela speciale per far fronte a gravi situazioni di sovraindebitamento che potrebbero sorgere per circostanze a loro non imputabili. (Leggi anche come gestire i debiti di una ditta individuale cessata).
La cancellazione dal CRIF
Chi accede alle procedure di esdebitamento, nel momento in cui omologa il piano, ottiene la cancellazione dalla CRIF, qualora sia già stato inserito il proprio nominativo. A tal fine è bene ricordare che il CRIF o Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria, è una società privata che gestisce un sistema di informazioni creditizie, in particolare quelle riguardanti eventuali posizioni debitorie dei soggetti censiti. Si tratta di una vera e propria banca dati, costituita dalle informazioni provenienti dalle Banche e da altri enti finanziatori. Lo scopo è di valutare oggettivamente il profilo creditizio, in termini di affidabilità. Essere iscritto al CRIF significa risultare come cattivo pagatore.
A chi rivolgersi?
In caso di sovraindebitamento e criticità finanziaria l’imprenditore può rivolgersi a professionisti con capacità di ascolto e strumenti idonei ad offrire soluzioni utili ed immediate. In Puglia, in particolare nella provincia di Lecce, un punto di riferimento è FenImprese Associazione Nazionale Datoriale. L’ente, senza fini di lucro, nasce come ausilio per giovani Imprenditori e Dirigenti Associativi che sentono sempre di più l’esigenza di essere rappresentati presso le istituzioni. FenImprese Lecce mette al servizio dei propri associati una competitività sempre offrendo strumenti utili per offrire credito alle imprese.
Superare insieme. Superare meglio
Le difficoltà economiche crescenti interessano e piegano famiglie e imprese che spesso si sentono soffocate da situazioni che appaiono irrisolvibili. In questo contesto la forza della rete è importantissima così come è necessario rivolgersi alle persone giuste. Il sovraindebitamento, infatti, diventa spesso l’anticamera di fenomeni più gravi come per esempio l’usura. Uno spettro che soffoca l’iniziativa imprenditoriale e a volte anche la vita umana.
La procedura nei suoi passaggi essenziali
Chi si trova indebitato e possiede i requisiti richiesti dalla normativa può rivolgersi ad un OCC competente per zona. OCC sta per Organismo di Composizione della Crisi. Esso è estraneo alle parti, autorizzato dalla Camera di Commercio a ricevere le domande di adesione della procedura. L’OCC, dopo aver esaminato il caso, nomina un Gestore della crisi, ossia una persona dotata di titoli specifici che ti seguirà durante tutto il percorso di solito si tratta di un commercialista. Il gestore valuta la possibilità di stralciare i debiti e redige un piano dettagliato e professionale per il pagamento dei debiti residui attestano la credibilità del piano di risanamento.